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Una Saga di Tesori e Misteri

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Una Saga di Tesori e Misteri   Nelle terre d'Italia un triste destino, Maria Augusta Verri, giovanile, Partì da questo mondo, il suo cammino Interrotto, lasciando in un difficile Vicenda, cinque figli al paterno affetto Orfani, nel dolor, del suo sorriso. Francesco, consorte nel suo dispetto, Senza speranza, decide il compromesso. Mezza età lo colse e l'arduo pensiero Di vita grama e scarse prospettive, Decise di cercar l'altro emisfero, Con quattro figli e le sue angosce vive. Solo la figlia, già sposata, resta Nel borgo, mentre il padre parte in fretta. Tra gli oggetti portati al di là del mare, Tre posate d'argento, nobili e antiche, Con lo stemma dei Verri a far memoria, Cimelio prezioso, dalle storie ricche. Un'antica eredità, per lunghe generazioni, Che rivelava il passato dei Verri, conti e baroni. Ma poi, nel tempo, il destino si svela, E i destini si mescolano, in un incanto, Francesco, ormai anziano, con la sua vita grama, Tra le famiglie Piazzetta, trova

Nella Diaspora: Un Poema Epico di Vita

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  Nella Diaspora: Un Poema Epico di Vita Nel silenzio delle partenze, tra lacrime trattenute, Echi dell'emigrazione, storie condivise. Destini avvolti, memorie celate, Nel cuore della nostalgia, anime divise. Da terre lontane, verso cieli ignoti, Partono sognatori, con coraggio e ardore, Lasciando case, risate, infanzia, In cerca d'orizzonti per reinventare la vita. Nel silenzio delle partenze, tra lacrime trattenute, Echi dell'emigrazione, storie condivise. Destini avvolti, memorie celate, Nel cuore della nostalgia, anime divise. In ogni angolo, un pezzo di patria abbandonata, In ogni sapore, la terra madre evocata, L'emigrazione, un poema epico di vite intrecciate, Dove eredità e speranza, nella diaspora, si fondono.

Versi della Vita

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  Versi della Vita Nel cuore del bosco, Boleslau sospira, Settantacinque anni, coraggioso e saldo, Tra figli e nipoti, la vita ispira, Robusto uomo, nell'antico caldo. Sotto il cielo stellato, con amore, La terra coltiva, come un re guerriero, Matilda, Tilda, il suo cuore di fiore, Nel flusso del tempo, dolce pensiero. Otto figli, gioia e fatica della vita, Due angeli persi, nel buio profondo, Nel cuore di Boleslau, luce statica, Lingua degli avi, un dono giocondo. Due anni fa, l'ombra nell'oscurità, Urina scura, come notte di paura, Dolori che bruciano, nell'intimità, Ma lui, coraggioso, la sua vita dura. Il dolore cresce, come onde in tempesta, Fino alla notte fatale, la stanza si chiude, In camionetta, verso la medicina modesta, Speranza nel dottore, la vita si conclude. Il medico, angelo vestito di bianco, Osserva Boleslau, con rispetto profondo, Camisa polacca, ricamo d'amore e manco, Sotto il paletto nero, cuore giocondo. Nel buio della sala, la scoperta crude

Nostalgia nella Foresta

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  Nostalgia nella Foresta Nella colonia italica, tra fronde cupe, Battendo il cuore emigrante, la natura sospira. Isolati dal mondo, lontani da ogni luce, La nostalgia avvolge l'anima, ombra e respiro. Tra alberi maestosi e cieli sconfinati, Il pensiero vola a terre smarrite. Dove i volti amati e le voci care, Risplendono nel ricordo, come stelle rare. In mezzo alla foresta, lontani dal mare, Si odono i sussurri dei fiumi narrare. Di vite passate, di sogni infranti, Di cuori divisi, di lacrime nascoste. Ma nell'oscurità della notte, un raggio di luna, Accarezza dolcemente l'anima immersa. E il pensiero dell'emigrante, come falco libero, Vola verso il passato, verso l'alba che sfuma. Oltre montagne e valli, oceani e terre ignote, Si allunga il filo sottile che lega alla patria. Ai luoghi dell'infanzia, ai volti dei nonni, Ai sapori della cucina, ai suoni dei campanili. E mentre la vita continua, nella nuova terra, L'ombra del passato avvolge come un manto. E