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La Partenza dal Porto di Genova

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  La Partenza dal Porto di Genova Con lacrime d’addio, il cuore freme, mentre la nave abbraccia l’orizzonte, dietro lasciando il mar e le sue onde, e Genova che pian piano si spegne. La speranza s’intreccia col timore, nei volti stanchi di chi cerca pace, ma in cuore serra il sogno che lo abbraccia, di terre nuove e cieli senza amore. Tra canti e preghiere, il vento soffia, e il mare porta via gli ultimi sguardi, verso un domani che ancora si sogna. Il sole cala, e tra ombre si spegne, ma l’animo resiste e non si piega, lontano ormai, ma la speranza è sveglia.

L'Emigrazione Veneta verso il Brasile

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L'Emigrazione Veneta verso il Brasile Dal Veneto partirono con pena, La fame e il freddo guidavano i passi, Speranza nuova tra la notte e lena, Lasciando sogni, preghiere e i loro sassi. La Serenissima era ormai finita, Un sogno antico che si scioglie in nebbia, Cesco Bepi portava giorni amari, E i Savoia affamavano la plebe. Nei campi larghi, terra da dividere, La vita dura, fatta di miseria, Mani callose a lavorare e a credere, Nella fatica, solo pena e seria. Con l’Austria tutto andava ormai svanendo, I campi secchi chiedevan sudore, Nelle città rimaneva un eco lento, Solo memorie di un passato in fiore. I preti parlavano di emigrare, Nelle messe un’invocazione forte, Per evitare un futuro di dolore, La via era partire o sfidare la sorte. Famiglie unite, in fila senza fine, Lasciarono case per un destino amaro, In America, un sogno a cui aspirare, Una nuova vita, una via per stare. In Brasile trovarono spazi immensi, Foreste cupe e fiumi senza fine, Nella distanza il cuore si pe

La Traversata dell'Oceano

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La Traversata dell'Oceano Su navi vecchie, logore e stanche, salpam speranze in mari sconfinati, sono relitti che scricchiolano anche, mentre l'oceano sfida i disperati. Preparazioni fatte in fretta e furia, stive gremite di sogni e rimpianti, tra il legno marcio e la misera giuria, di vite in bilico, gli occhi erranti. Razioni d'acqua misurate al filo, la sete morde, infuria il desiderio, corpi sudati, in questo esilio, affrontano l'ardore senza un serio. Scarsa è la mensa, povero ristoro, si stringe il ventre a ogni pasto rado, mentre l'odore intorno è solo un coro, di vita sporca e di respiro affranto. A bordo regna il fetore più crudo, escrementi e sudore, umana essenza, il fumo avvolge in un manto sudicio, ogni respiro è una condanna immensa. Le epidemie come serpi striscianti, si insinuano tra corpi già provati, tossendo, febbricitanti e ansimanti, tra lenzuola sudice, i malati. La privacy, un lusso ormai perduto, ogni angolo conteso, condiviso, il sonno è bre