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Il Canto del Temporale

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Il Canto del Temporale Sotto il cielo minaccioso, forte, Scuote la terra con furia tremenda, Fulmini e tuoni squarciano ogni corte, Nel fragore dell'uragano in tenda. Nuvole nere coprono ogni stella, Come un manto oscuro che avvolge mondo, E il vento urla come una sentinella, Nel tumulto della tempesta in fondo. Gocce di pioggia cadono incessanti, Bagnando la terra assetata e giusta, In un'orgia di suoni sempre frangenti, Nel turbine impetuoso che non gusta. Alberi piegano sotto vento fiero, Come danzatori spinti dalla pioggia, E le foglie volano nel grande nero, In un caos di movimento che saggia. Sotto diluvio, la terra tremante, Come un cuore che batte nel buio, E gli animali cercano riparo amante, Nell'abbraccio protettivo, sempre in fiume. Ma dopo tempesta, arriva la calma, E il cielo sereno si apre con luce, Come un sorriso dopo lacrima senza l'arma, Nel rinnovarsi eterno che induce. Così il temporale canta conzione, Nel ciclo infinito di natura, E l'uomo asco

I Nostri Antenati

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  I Nostri Antenati Nel tempo antico, avvolto nel mistero, i nostri avi tracciavano il cammino, con passi lenti, nel chiaror sereno, lasciando tracce di un sogno divino. Nelle radici profonde del passato, vive l'essenza della nostra storia, e in ogni gesto, un segno consacrato, riflette il baglior d’una memoria. Con mani callose, cuori forti e puri, erano tessitori di speranze, forgiando il futuro in giorni duri, con saggezza e pazienza, nelle stanze. I loro volti scolpiti nel tempo, risuonano nei ricordi più cari, e il loro spirito, un nobile esempio, illumina i nostri giorni amari. Nel vento sussurrano le loro voci, portando con sé antiche melodie, e nei racconti delle sere, dolci, rivivono le loro sinfonie. Con occhi di stelle e cuori di fuoco, affrontavano il destino incerto, guidando i figli oltre il cupo gioco, verso un domani saldo e aperto. Le loro mani, come rami forti, sorreggevano la vita con amore, e nel dolore, affrontando le sorti, crescevano i semi del nostro fiore.

Medicina e Medici - L'Arte di Guarire

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  Medicina e Medici - L'Arte di Guarire Nel crocevia vasto dell’esistenza, dove corpo e anima trovano speranza, i medici levano la speranza, contro il dolor che dà sofferenza. Nei bianchi camici, eroi di scienza, s'immergono nell’oceano esperto, navigando in mari di pazienza, curano il male col cuor aperto. La medicina, antica arte vera, nelle mani dei dottori è calore, anche quando la guarigione è sincera, scioglie il dolor che attanaglia il cuore. Nel freddo stetoscopio, nel bisturi, nell'eco delle diagnosi e nel cuore, i medici affrontano il domani, promettendo sollievo a chi è stanco. Lo stetoscopio è il violino caro, che suona la canzone del respiro, nell’eco dei battiti, la speranza, il medico poeta scrive il giro. Sulle pareti bianche della clinica, lo stetoscopio in quiete riposa, mentre il dottore ascolta ogni storia, allevia il dolore con forza amorosa. In ogni prescrizione, un conforto, nel gesto e nell’empatia, un rimedio, poeti della guarigione in ogni porto, i

L'Ultimo Viaggio

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L'Ultimo Viaggio Era una notte fredda e silenziosa, Quando il tassista udì una chiamata, La città dormiva, calma, misteriosa, Soltanto poche auto erano animate. Andò all’indirizzo, semplice e stanco, Lì, una luce fioca al piano terra, Egli esitò, poi un tocco rilasciò, Chiamò, e una voce tremò nella serra. La porta si aprì, la signora apparve, Piccola, fragile, con un fiore in mano, Un vestito a fiori, appoggiata al bastone, Un fiore in mano, il viso tutto piano. Chiese aiuto per quella valigia, Il tassista, gentile, subito accorse, Entrarono in auto, destinazione lontana, Un ultimo viaggio, per chi non ha risorse. “Passiamo per il centro,” ella disse, “Voglio vedere la città un’ultima volta,” “Sto andando in una casa di riposo,” “Il dottore ha detto che la mia vita è ormai compiuta". Commosso, il tassista spense il tassametro, “Dove vuoi andare?” domandò piano, Lei indicò un edificio nel cuore, Il suo viso rivelava un amore sovrano. Visitarono il quartiere del passato, Lì ave

Odisseia in Terra Straniera

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  Odisseia in Terra Straniera Nei giorni scuri in terre lontane, con cuori spezzati e occhi affranti, trovammo riparo in valli umane, in pianti sommessi e sguardi erranti. La nuova patria ci accolse stretta, con braccia di vento e sassi duri, e il sole calava in fretta, mentre i sogni si facevan muri. Le mani callose di vecchi e figli scavavano la terra con speranza, tra i filari di vite e di cigli, cercando di dare alla vita una danza. Sospiri notturni sotto cieli infiniti, raccontano storie di antichi dolori, di vite spezzate e amori traditi, tra le ombre dei nuovi lavoratori. Con l’eco lontana dei monti natii, nelle notti in cui il freddo ci avvolge, cercavamo nel cielo stelle di fiducia, in un mondo che ancora ci morde. Le voci di casa risuonavano fioche, come canti di sirene in un mare burrascoso, ma la fede nei cuori, la speranza ci tocca, e in silenzio affrontiamo l’ignoto pericoloso. I bimbi giocavano tra campi e siepi, senza sapere del passato dolore, i loro sorrisi, come luci

Odisseia em Terra Estrangeira

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  Odisseia em Terra Estrangeira Nos dias escuros, em terras distantes, com corações partidos e olhos cheios, buscamos abrigo em vales errantes, em prantos silentes, sonhos alheios. A nova pátria nos recebeu com firmeza, com braços de vento e pedras duras, e o sol se punha com grande destreza, enquanto os sonhos viravam estruturas. Mãos calejadas, de velhos e filhos, cavavam a terra com esperança, entre vinhedos e campos tranquilos, tentando encontrar na vida a dança. Suspiros noturnos sob céus sem fim, contam histórias de dores passadas, de vidas partidas, amores assim, nas sombras das novas jornadas. Com o eco distante dos montes natais, nas noites frias que nos envolviam, buscávamos estrelas em céus siderais, num mundo que nos desafia. As vozes de casa, em tons delicados, como cantos de sereias ao longe, mas a fé nos corações, braços alados, e em silêncio enfrentamos o horizonte. As crianças brincavam entre campos e flores, ignorando o passado de dor, seus sorrisos, como lâmpadas, co

Rimpianti di Terra Lontana

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  Rimpianti di Terra Lontana   Nel cuore di foreste vaste e antiche, Un sogno di ritorno si fa vivo, Tra campi e viti, dove il sole spicca, Rivedo il mio paese, sempre amico. Colonia solitaria, in terra strana, Conde D’Eu, tra lacrime e speranza, Nel Rio Grande, lontano dalla piana, Dove un tempo vivevo in abbondanza. Le notti senza fine, il cielo oscuro, Risvegliano il ricordo di quei luoghi, Dove il calore umano era sicuro, E i giorni trascorrevano gioiosi. Le strade della mia piccola villa, Tra voci e risa, piene di carezze, Sono ora solo un’ombra che vacilla, Nel cuore, come un’eco di dolcezza. I volti cari, ora lontani e sfocati, Riempiono i miei sogni di nostalgia, Parenti amati, ormai troppo distanti, Che forse mai più rivedrò in vita mia. Ogni albero, ogni fiore, ogni sentiero, Portano il profumo della mia casa, Ogni risveglio è un pensiero sincero, Alla terra amata che il cuore abbraccia. Le lettere che giungono col vento, Portano notizie di chi resta, Un misto di triste