Nei Campi del Caffè: L'Amaro Sogno


 

Nei Campi del Caffè: L'Amaro Sogno


Nelle terre promesse dalla ricchezza,

Dove il sole divora l'anima stanca,

L'emigrante, in aspra durezza,

Combatte in vano contro la sventura.


Tra i caffetali il sudore scorre,

Il lavoro è pesante e senza tregua,

La speranza lentamente muore,

E il contratto è come una catena.


Le vecchie case a stento reggono,

Rifugi di tristezza e solitudine,

I sogni che un tempo li proteggevano,

Oggi si affogano nella delusione.


Il vasto campo, una prigione aperta,

Dove il futuro si perde nell’aria,

E la vita che pare così deserta,

È solo un peso difficile da portare.


Il pane che arriva è troppo caro,

La fame incombe, implacabile e fredda,

I giorni lunghi sono sempre amari,

E la libertà una lontana speranza.


La terra promessa, un crudele inganno,

Che assorbe il sudore, ma non dà ritorno,

Il sogno di un terreno fedele,

Diventa ogni giorno più lontano.


La nostalgia dell'Italia, dolore costante,

Nei cuori che non trovano più voce,

Il contratto stringe con forza dominante,

E la speranza non è più una luce.


Anno dopo anno, il tempo scorre,

E il sogno italiano lentamente svanisce,

La terra che mai nulla concede,

Diventa il simbolo di una pace amara.


Quando finalmente il contratto finisce,

Poco rimane per festeggiare,

Se non il dolore che sempre insiste,

E il desiderio di partire altrove.


Alcuni riescono a risparmiare abbastanza,

Per comprare un pezzo di terra,

Ma molti ripartono, sogno errante,

Con poco più di niente nel cuore.


Il prezzo del cibo è molto alto,

E il salario quasi non lo copre,

L'emigrante segue rassegnato,

In un ciclo che sembra sempre povero.


La vita nei campi è pura durezza,

Il verde intorno non consola,

E la promessa di qualche dolcezza,

Si perde nel caffè, amaro il suolo.


I figli crescono senza speranza,

In un ambiente di dolore e fatica,

Dove i ricordi di infanzia e danza,

Vengono cancellati dalla vita antica.


I volti segnati dal sole cocente,

Portano il peso di un passato duro,

Dove la vita si mischia con la morte,

E il futuro è sempre così oscuro.


Il contratto che lega e imprigiona,

È lo stesso che li tiene in piedi,

Ma la libertà che tanto emoziona,

È sempre lontana, fuori dai credi.


Quando la notte scende sulla piantagione,

E il silenzio copre il campo vasto,

I sogni di libertà si estendono,

Ma si perdono nel sonno già stanco.


Alla fine, resta l’amaro insegnamento,

Che la terra è crudele con chi la coltiva,

E il sogno che sembrava così ampio,

Si restringe nella realtà che tutto devia.


L’addio è triste, senza gloria,

Per quelli che decidono di partire,

Lasciando dietro una dura storia,

Di una vita difficile da riuscire.


Il caffè che un giorno era speranza,

Ora è solo una prigione aperta,

E la lotta per una piccola eredità,

Svanisce nelle ombre della disillusione.