Il Grande Esodo

 


Il Grande Esodo 


Nelle ombre del mattino silenzioso,

le lacrime brillano come diamanti,

tra le braccia dei cari, il doloroso

addio sussurra sogni infranti.


Lasciando case, amici e vite amate,

un fardello pesante nei cuori,

attraverso mari, anime desolate,

cercando speranza nei futuri albori.


Sul ponte del bastimento, affollati,

sotto cieli vasti e incerti, perduti,

con volti stanchi e sogni spezzati,

navigano tra le onde, mai visti.


Nell'oscurità dei fetidi corridoi,

l’aria satura di sofferenza,

nelle stive, tra i sospiri e i noiosi

giorni, speranza in resistenza.


Navigando tra onde burrascose,

uomini e donne, coraggio infinito,

affrontando tempeste furiose,

cercando un domani più definito.


Oltre l’orizzonte, un nuovo destino,

ma la nostalgia brucia nei cuori,

il ricordo di ogni caro vicino,

che resta in patria, tra dolori e amori.


In terre nuove, il lavoro è duro,

mani callose e schiene piegate,

la fatica trasforma il futuro,

ma la dignità non è mai negata.


Tra campi vasti e cieli strani,

le voci italiane risuonano,

nei solchi tracciati dalle mani,

sogni di patria echeggiano.


Ogni sera, sotto cieli stellati,

sogni di ritorno e di pace,

in notti lunghe e fredde, assetati

di memorie che il cuore rintraccia.


E così il tempo scorre veloce,

tra sudore, lacrime e speranza,

in terre straniere, una nuova voce,

si leva per la propria riconoscenza.


Il sacrificio, il dolore sopportato,

non spegne il fuoco della vita,

nel cuore, un amore incantato,

che il tempo e lo spazio non limita.


Generazioni crescono lontano,

ma il sangue italiano è forte,

la storia si scrive con mano

decisa, affrontando ogni sorte.


Tra le valli e le colline straniere,

gli emigranti costruiscono sogni,

cercando una pace, un’armonia vera,

in terre lontane, oltre i mari insonni.


E così, attraverso i secoli,

il ricordo del grande esodo rimane,

nelle storie, nelle lacrime e nei decori,

di chi ha cercato un domani più umano.


Il cuore italiano batte forte,

oltre i confini e il tempo passato,

un inno di speranza e di sorte,

di chi, con coraggio, ha emigrato.