Il Vecchio Emigrante

 


Il Vecchio Emigrante


Nella piccola casa della colonia Caxias,

Il vecchio emigrante siede, guardando fuori.

Il tempo passa, implacabile, e lui lo sa,

Che presto sarà giunto il momento dell'addio.


Davanti agli occhi stanchi, la vita si srotola,

Come un lungo film che va svanendo.

L'allegria dei giorni passati, la tristezza del presente,

E la nostalgia dell'aldeia natale che non cessa di bruciare.


Tra le pareti scrostate, tra i mobili logori,

Risplendono i ricordi di una giovinezza lontana.

I volti dei familiari, le risate dei vecchi amici,

Come fantasmi gentili che lo accompagnano ancora.


Ma ora, nell'ultima fase della sua vita,

Il vecchio emigrante sa di non poter tornare.

La vecchia aldeia è lontana, oltre l'orizzonte,

E lui resta qui, prigioniero della sua triste sorte.


I giorni passano lenti, come il ticchettio di un orologio,

E lui attende paziente il suo destino finale.

Nella sua mente, i paesaggi familiari si mescolano,

Con le voci degli amici che non potrà più incontrare.


La nostalgia lo avvolge come un mantello scuro,

E il peso della solitudine diventa sempre più duro.

Ma nel suo cuore, una fiamma di speranza continua a brillare,

Che un giorno, forse, potrà finalmente tornare.


Ma finché rimane qui, nella sua casa nella colonia,

Il vecchio emigrante trova conforto nei suoi ricordi.

E anche se il tempo gli scivola via come la sabbia,

Il calore della sua terra natale non si spegnerà mai.


Nelle notti silenziose, sotto il cielo stellato,

Il vecchio guarda le stelle con occhi colmi di lacrime.

Sognando di camminare di nuovo per le strade polverose,

Dell'aldeia che ha amato, prima di dire addio.


E mentre il sole tramonta dietro le montagne lontane,

Egli chiude gli occhi con una preghiera sulle labbra.

Pregando per un miracolo che possa portarlo indietro,

Nella sua aldeia, dove l'aspettano i suoi cari da tanto tempo.